In ricordo di Manuel
Con profondo dolore la comunità del nostro istituto si stringe intorno alla famiglia e agli amici del piccolo grande Manuel, che ci ha lasciati troppo presto.
Pubblichiamo le parole della professoressa Stefania Tofi e del professor Marco Antognozzi in suo ricordo, da parte dei suoi professori e dei suoi compagni.
Ciao Manuel! Come vedi, la tua scuola oggi è qui, insieme a te, alla tua mamma e al tuo papà e a tutte le persone che ti amano. Non è facile leggere queste parole, perché siamo pieni di dolore e paralizzati dalla crudeltà di un distacco inaspettato: avremmo voluto, con tutte le forze, respirare la tua presenza fisica ancora per tanto, tanto tempo. Respirarti, sì, perché hai portato nelle nostre esistenze una ventata di ossigeno, grazie alla bellezza, alla luce, al profumo e al desiderio di vita che emanavano da ogni tuo gesto. Siamo stati letteralmente ipnotizzati dai tuoi occhi e abbiamo pensato che il più bello dei mari e il più incantevole dei panorami non avrebbero mai potuto competere con loro. Era impossibile incontrarti e non fermarsi a dialogare con te: spesso hai dovuto sopportare la nostra prolissità e il volume di voci sicuramente troppo squillanti e, magari, ti sarai chiesto, sorridendo: <<…chissà se i prof e i miei compagni di scuola avranno compreso che il potere di un sorriso, di uno sguardo, di una carezza, di un “ti voglio bene” pronunciato con decisa tenerezza sono la gran parte di ciò che serve per essere felici? >> Ebbene, possiamo dirti che, forse, molte cose non ci erano chiare, ma ad oggi lo sono, grazie a te che sei stato un grande maestro! Ci hai insegnato, con la tua vita, che Esserci (con la E maiuscola), e non solo esistere, è la vera sfida quotidiana, che c’è una differenza sostanziale tra vivere e vivacchiare, che l’intensità di un istante di pura empatia vale più di mille anni attraversati con superficialità. Quando sei stato intessuto nel grembo di tua madre ti é stata affidata una nobile missione: quella di abbattere, nel tuo tempo e nel tuo mondo, il muro dei pregiudizi, le false credenze, il peso degli stereotipi, la cecità degli sguardi, l’indifferenza verso il prossimo! Tutte mete che la scuola, giorno per giorno, cerca faticosamente e instancabilmente di raggiungere, tra le tante altre, e che tu, con la tua vita, hai incarnato e testimoniato. Stiamo di nuovo parlando troppo vero? L’ovvio non andrebbe ribadito, hai ragione, ma non conosciamo altro modo per rendere più sopportabile questo dolore che non quello di dirti il nostro grazie per tutto ciò che gratuitamente hai elargito e che gratuitamente abbiamo ricevuto. Un’ultima cosa però devi prometterla, dolce Manuel: adesso che sei sempre con noi, al di là del tempo e dello spazio, abbiamo bisogno di percepire in modo tangibile il tuo incoraggiamento a non demordere nel seguire la strada che ci hai indicato e che conduce alla consapevolezza che nell’amare e nell’essere amati vive il senso di ogni esistenza, che ogni vita ha valore e dignità, che la malattia è una pesante compagna di viaggio, ma che la méta è comunque meravigliosa, che insieme é meglio, perchè si è piu forti. Ora vola dolce Manuel, libero e leggero, sostieni e cura il dolore atroce della tua splendida famiglia e se puoi, ogni tanto, vieni a trovarci a scuola: ti riconosceremo in ogni sorriso donato, in ogni pregiudizio che crolla, in ogni gesto che costruisce e non distrugge, in ogni dimostrazione di amicizia e solidarietà, in ogni conflitto risolto pacificamente, in ogni ascolto donato e in ogni abbraccio sincero.
Con immenso affetto e gratitudine!
I tuoi professori e i tuoi compagni.